La storia in breve
Il Comitato Centrale di indirizzo e controllo del Club Alpino Italiano, nella sua riunione del 28 gennaio 2012, ha approvato il riconoscimento della Sezione di Fiume quale Sezione particolare del CAI.
Da vari anni, la Sezione era in attesa di un tale riconoscimento, anche per garantire nel futuro la sua continuità e per le indubbie diversità che la contraddistinguono e la caratterizzano.
Molte cose stanno evidentemente cambiando, ma nonostante le difficoltà, la Sezione è più che mai attiva. Difficoltà che sono, oltre a quelle in comune con tutte le altre Sezioni, anche quelle dovute alla mancanza di territorialità e alla conseguente distribuzione dei propri soci su tutto il territorio italiano ed anche estero.
Nonostante ciò la Sezione è più che mai attiva, con la sua storia e valenza ultracentenaria, il suo rifugio “Città di Fiume”, la sua rivista “Liburnia” e i suoi oltre 300 soci, ai quali si aggiungono oltre 80 soci aggregati, vanto e ricchezza della Sezione.
Siamo quasi alla fine del XIX secolo, e Fiume è una città bella e dinamica. Porto importantissimo dell’Ungheria, sotto la cui amministrazione è posta dal 1870, che le riconosce il diritto al libero uso della lingua italiana. La sua unione all’Italia – dopo vicissitudini varie – avviene nel 1924. Il Club Alpino Fiumano (CAF) nasce il 12 gennaio 1885 per merito dell’architetto viennese Ferdinand Brodbeck. Il suo statuto riceve l’approvazione del Regio Governo Ungherese.
Il 15 maggio 1902 esce il primo numero di Liburnia, organo ancor oggi della Sezione, pur con una lunga pausa, imposta nel 1930 dalla Sede centrale del CAI che durò – a causa anche degli eventi bellici – fino al 1963.
Nel 1919, accogliendo la domanda del CAF, il Congresso generale del CAI ne sanzionò l’adesione quale Sezione di Fiume del Club Alpino Italiano, quando la città non era stata ancora annessa al Regno d’Italia.
La Sezione era proprietaria di sei rifugi: tre nel gruppo del Monte Maggiore e tre nella zona del Monte Nevoso. Nel 1924 si costituì in Sezione il “Gruppo sciatori Monte Nevoso”.
Il presidente del primo dopoguerra è Guido Depoli, che col figlio Aldo impronterà di sé un lungo periodo di vita della Sezione. Fu l’autore con Egisto Rossi della “Guida di Fiume e dei suoi monti” del 1913.
Scoppia la seconda guerra mondiale e con l’esodo forzato da Fiume, Pola e Dalmazia, anche il CAI Fiumano intraprende la strada dell’esilio. Nel febbraio 1949, due anni dopo il Trattato di pace, sul Bondone ci fu il primo Raduno, con 100 partecipanti, nel corso del quale la decisione di ricostituirsi a Sezione diventa realtà. Il merito maggiore va alla SAT e a Mario Smadelli, trentino, ufficiale degli alpini. Primo Presidente, dopo la diaspora e la ricostituzione, fu Gino Flaibani, il cui nome ritroviamo in un sentiero sul Pelmo. La SAT assisterà questa ripresa, accogliendo i Fiumani come sottosezione, finché nel 1953 il Consiglio Centrale del CAI riconoscerà alla Sezione di Fiume tutta la sua storia ed i suoi diritti.
Dopo la morte, nel 1960, di Flaibani la presidenza passa al prof. Arturo Dalmartello, ordinario di diritto commerciale alla Cattolica di Milano, la cui attività alpinistica ha lasciato tracce significative nella Guida dei Monti d’Italia, specie delle Dolomiti. Nel 1937 durante un corso estivo di alpinismo giovanile Aldo Depoli “scoprì” la malga Durona, all’ombra del Pelmo, e nel 1964 questa malga, ricostruita dopo la guerra, viene trasformata nel Rifugio “Città di Fiume”. Il rifugio viene inaugurato il 20 settembre 1964 alla presenza del Presidente Generale CAI avv. Virginio Bertinelli. I primi gestori, dal 1964 al 1981, sono Lino e Livia Del Zenero di Pescul. Nel 1976 diventa presidente Aldo Innocente, che avrà l’onore di celebrare il centenario della Sezione nel 1985 con importanti pubblicazioni ed il restauro della vedetta Liburnia sul Carso. Gli succedono Sandro Silvano e quindi Dino Gigante, durante la cui presidenza negli anni 2005-2006 vengono avviati e conclusi i lavori per il restauro, ormai improrogabile, del rifugio, che – in occasione del 56° Raduno – viene inaugurato una seconda volta il 10 giugno 2007, presenti circa 400 persone. Davanti al Rifugio, accanto al tricolore italiano, sventola la bandiera cittadina col motto “Indeficienter”, inesauribile speranza. I nuovi gestori fanno parte della cooperativa Arcanda (www.rifugiocittadifiume.it). A Gigante subentra il prof. Tomaso Millevoi, eminente matematico, istriano di Albona. Dal 2011 la presidenza passa – per la seconda volta – a Sandro Silvano.
E adesso? La Sezione sta mutando: sempre più soci sono Fiumani d’elezione anziché di origine. Il loro numero sta di nuovo crescendo, segno che la Sezione riesce ad attuare la missione che si è data, riassunta nelle tre “a”: attrarre, accogliere, amalgamare, come sapeva fare la sua amata città della memoria.
Per la storia della Sezione vedi anche: 1964-2014. 50° Anniversario Rifugio Città di Fiume.